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lunedì 5 marzo 2012

Shakira: Nessuno può scappare alla passione per il calcio. Nemmeno io

In un suo vecchio e amato successo, Inevitable, Shakira diceva di non capire niente di calcio. Le cose sono evidentemente cambiate nell'ultimo anno, da quando si è legata a Gerard Piqué. Magari non è un'esperta, ma capisce molto di più e, soprattutto, si è appassionata tanto a questo sport da esserne diventata addirittura un volto riconoscibile, dal waka-waka di Sudafrica 2010 fino ai premi Laureus di pochi mesi fa, in cui è stata l'unica personalità non legata al calcio a consegnare un premio sul palco di Londra. Di tutto questo la bella colombiana parla in un'intervista a fifa.com, che potete leggere in inglese, francese, spagnolo e portoghese sul sito ufficiale della FIFA (qui il link in inglese). Eccola in italiano:
- Shakira, come è iniziato il tuo rapporto con il calcio?
Nel 2006 sono stata invitata a cantare al Mondiale, in Germania, e nel 2010 ho avuto la fortuna di essere nuovamente invitata. Lì ho sperimentato uno dei momenti più indimenticabili della mia vita; il Mondiale del Sudafrica mi ha dato molto da un punto di vista personale e professionale. Lì ho iniziato ad avere rapporti con il calcio, al capire, attraverso questi Mondiali, l'importanza e l'impatto che questo sport ha nella vita di milioni di persone quotidianamente, nei sogni di giovani e bambini, che decidono di dedicare tante ore della loro vita a giocare al pallone, e la passione che genera in tante persone in tutto il mondo.

- Cosa ti ha impressionato di più in questo periodo?
Lo scambio culturale che nasce a partire da eventi come il Mondiale, in cui la gente condivide tante cose, si avvicina, si unisce. Tutto questo, come fenomeno sociologico, mi interessa moltissimo, e sono rimasta anche colpita in modo favorevole dal lavoro sociale che fa la FIFA, con la campagna One Goal, di cui ho fatto parte. Sono tutte cose che hanno coinciso per rendere più speciale questa esperienza, perché a partire da questo si è potuto promuovere l'istruzione, che è uno dei miei grandi interessi. E adesso in casa, è uno stereotipo, ovviamente, ho l'impressione che il calcio mi perseguiti dappertutto e non ne posso scappare
- In Colombia il calcio è molto popolare, la tua famiglia è tifosa?
I miei fratelli sì, mio padre non lo è mai stato molto. Chiaro, adesso ha un 'genero' giocatore e allora si mostra interessato, credo abbia imparato anche cos'è un fuorigioco! Il fatto è che mio padre è sempre stato più dedicato ai libri, aveva interessi più intellettuali, ma è che nessuno può scappare alla passione per il calcio. Ha intrappolato molte persone a cui prima non interessava.
- Com'è successo con te….
Il fatto è che quando inizi a capire qualcosa di calcio ti rendi conto che non si tratta solo della parte fisica, correre dietro a un pallone. E' uno sport di strategia, in cui si richiede molta intelligenza. E' un gioco molto mentale
- Adesso puoi vedere una partita completa?
Sì, certo!
- Anche quelle in cui non gioca Piqué?
Mmhh… Sì, sì, ho visto alcune partite per imparare, perché sono molto curiosa. E anche per sapere come vanno le altre squadre, ma le partite che non mi perdo sono quelle in cui gioca lui.
- E' complicato essere la fidanzata di un giocatore, considerando allenamenti, partite e viaggi?
Non dev'essere facile neanche essere il fidanzato di un'artista! La verità è che capisco che sia una carriera difficile, che richiede impegno, disciplina e lavoro in squadra, che è molto diverso da quello che faccio io. Io rendo conto solo a me stessa, ma un giocatore è come un soldato e ha grandi responsabilità dentro e fuori dal campo. Questo mi è toccato capirlo e sostenere Gerard in tutto quello che è necessario
- E hai cercato di passare dalla poltrona al campo?
Sono migliore a cantare canzoni che incoraggino i tifosi. Gerard mi ha fatto alcuni passaggi, ma non posso dire di essere una buona giocatrice!
- Hai già partecipato a due Mondiali della FIFA, il prossimo è in Brasile, ti piacerebbe stare in un torneo disputato in Sudamerica?
Ovviamente! Il Brasile è un Paese che amo molto, lì ho fans con cui ho interagito per anni, colleghe come Ivette Salgado, e che ha personaggi come Pelè. Mi piacerebbe andare al Mondiale, non so in che ruolo, ma di sicuro ci sarò. So che nessuno se lo perderà e io ancora meno.
- Per salutarci, raccontaci un po' dei tuoi progetti sociali legati al calcio
Sono convinta che promuovere lo sport sia un modo intelligente di educare i nostri figli e, di fatto, con il Fútbol Club Barcelona e la mia fondazione, Pies Descalzos, abbiamo avviato programmi per portare lo sport nelle scuole, alcune delle quali abbiamo costruito in luoghi ad alta vulnerabilità, in cui vivono bambini in condizioni di grande povertà. Anche con la FIFA abbiamo realizzato la campagna One Goal e con le vendite di Waka waka abbiamo raccolto fondi per venti centri di quest'iniziativa. Mi piace partecipare ad eventi calcistici con responsabilità sociale perché, per me, ispirare lo sport nei bambini è un modo di mantenere le loro menti e i loro corpi sani, sviluppare la loro intelligenza e la loro capacità di comunicare.
Nella foto, Shakira al Camp Nou di Barcellona, dal suo account di Twitter