Le regine e le
principesse più malvagie della storia è il nuovo libro di Marina Minelli,
giornalista appassionata di famiglie reali e aristocrazia e blogger di
altezzareale.com, il primo blog in italiano dedicato alla storia e alle storie delle
monarchie e delle famiglie aristocratiche, del passato e del presente. Edito da
Newton Compton, acquistabile anche online, nei siti web specializzati, il libro
offre una curiosa panoramica su regine e principesse crudeli, cercando di
scrivere la storia, per una volta, vista da un punto di vista femminile.
Rotta sul Gossip ha parlato con Marina Minelli di queste pericolose signore del
potere, a volte crudeli non per natura, ma per difesa e sopravvivenza di se stesse e dei figli: ecco cosa ha raccontato.
- Un libro sulle regine malvagie
della storia: perché?
Te lo ricordi quel libro intitolato “Le brave ragazze vanno in Paradiso, ma
quelle cattive vanno dappertutto”? Ecco diciamo che la cattiveria è in un certo
senso più divertente da raccontare, più varia, più movimentata. Le buone sono
tutte uguali, madri devote, mogli rassegnate sotto a una selva di corna, giuste
sovrane; le cattive sono tali per motivi diversissimi l’una dall’altra. Ma a
parte gli scherzi dopo 101 regine e principesse unite solo dal fatto di essere
“reali” ho cercato un filo conduttore e quello della cattiveria mi è sembrato
molto stimolante. Con una doverosa premessa, cioè che è tutto relativo e deve
essere contestualizzato. Una donna come Caterina Sforza, che non ha pietà degli
avversari politici, in effetti è un personaggio della sua epoca: il periodo
delle lotte fra signorie in Italia fra ‘400 e ‘500. Certo colpisce di più
perché è anche una bellissima signora, ma nella stessa epoca colleghi maschi
hanno fatto di peggio e non sono stati considerati per questo cattivi.
- Come hai
selezionato le regine di cui parlare? Ci sono stati criteri particolari?
A dire il vero si sono selezionate da sole, nel
senso che le donne sono molto meno cattive degli uomini e quindi individuare
una ventina di personaggi più due categorie, le matrigne e le suocere, è stato
piuttosto agevole. Nella storia le donne crudeli sono state meno numerose degli
uomini per una semplice questione di subalternità dell’elemento femminile, che
il potere non lo gestisce direttamente ma per interposta persona attraverso
l’influenza affettiva su un uomo: sono spesso mogli o madri o figlie o amanti
dell’uomo di potere. Avendo poco o nessun potere, sono quindi anche più ridotte
le occasioni di manifestare il lato negativo dell’esercizio dell’autorità. Nella scelta comunque, come per le 101, mi
sono data un limite geografico (Europa) e uno temporale (dal Medioevo ai giorni
nostri) perché questi sono i miei campi d’azione e di studio.
- Alla fine delle ricerche e della
stesura, pensi siano state cattive d'animo, per circostanze o per leggenda
tramandata dalla storia?
Tutti questi motivi insieme, ma a dire il vero di malvagie d’animo
autentiche ce ne sono poche. Inoltre bisogna considerare il fatto che la storia
l’hanno raccontata soprattutto gli uomini, gli uomini hanno scritto documenti,
lettere, diari, annali e spesso per un uomo una donna di carattere e non
sottomessa e magari anche con una certa tendenza a fare di testa sua, è
automaticamente inserita nell’archivio delle "perfide-impossibili-cattive".
Comunque a differenza degli uomini, spesso malvagi per indole e in modo del
tutto gratuito, le donne sono cattive per motivi ben precisi. Per paura, per
difendere se stesse, i figli, il loro regno, la loro libertà.
Quanti tipi di cattiverie regali
possiamo identificare?
Ci sono decine modi per essere davvero pestifere: per natura e carattere,
ma anche solo durante una parte della propria vita, quando c’è un obiettivo da
raggiungere. Qualcuna è inconsciamente cattiva, ma qualcun’altra si trasforma
in una specie di strega malefica per difendere se stessa o i propri figli.
Oppure per mantenere il potere, conquistato a fatica anche contro la sua stessa
prole. A volte, invece, è l’amore cieco e irragionevole a renderle mostruosamente
cattive. L’ambiente e la genetica incidono, ma c’è chi si è fatta tutta da
sola, e chi ha cercato, invano, di togliersi di dosso questa pesante nomea.
Tutte, in un universo dominato dai maschi, si fanno ricordare per un carattere
non proprio accomodante e per la tendenza a fare sempre, caparbiamente, di
testa loro.
- C'è anche un po' di misoginia degli
storici, secondo te, nella malvagità delle regine?
Assolutamente si, ma non solo da parte degli storici in senso stretto.
Anche le fonti molto spesso sono misogine per il semplice fatto di essere state
scritte dagli uomini.
- Ci sono malvagità che ti hanno
particolarmente colpito?
Si, la cattiveria che nasce dall’arroganza e quella che è la conseguenza
diretta della stupidità. Nel primo caso un esempio fra tutte è Anna Bolena che
ci ha messo del suo per farsi odiare da un regno intero, nel secondo Maria de’
Medici, una donna sciocca che si crede molto furba e fa enormi danni.
- La cattiveria delle regine era diversa
da quella dei re?
Se vogliamo in certi casi è un pochino più subdola. La donna è più
riflessiva e insieme istintiva di natura, però capace di “ruminare” a lungo.
L’uomo no, è più impulsivo e tende a reagire immediatamente con un’azione
esemplare, quasi ostentata, espressione della sua forza e cattiveria. Il
tiranno condanna a morte, trascina in schiavitù, distrugge il nemico. La donna
perseguita il suo antagonista, a lungo e con una maggiore perseveranza. Insomma
tende alla vendetta differita.
- La regina più cattiva di tutte e quella
con cui invece è stata cattiva la Storia, al tramandarla crudele.
Fredegonda regina dei Franchi nel VI secolo è di una crudeltà inaudita, ma
anche Isabella di Francia vissuta tra la fine del XIII e la prima metà del XIV
secolo si è data parecchio da fare, ma aveva un’attenuante: bellissima e focosa
viene sposata a un omosessuale, che la fa regina d’Inghilterra ma la umilia
senza sosta e dentro di lei si sviluppa una rabbia incontenibile. Anche le
prime Romanov sono state cattivissime. La Storia ci ha parlato malissimo di
Maria Tudor, bollata con un soprannome orribile, “la Sanguinaria”, una donna
infelice, delusa, amareggiata che si illude di avere trovato l’amore e si
affida a occhi chiusi al marito, Filippo d’Asburgo, il quale ha a cuore solo
gli interessi della Spagna. Ci è stata dipinta molto male anche Sofia di
Baviera, la suocera di Sissi, ma la colpa è di una fortunata serie
cinematografica più che della Storia.
- Perso il potere assoluto che le rendeva
pericolose e crudeli, e muovendoci ovviamente su un altro piano, giocando e
immaginando un po', quale regina odierna, per sangue o consorte, potrebbe essere
vista come una 'cattiva'?
Fra quelle in carica direi nessuna, naturalmente no Elisabetta II per la
quale ho un debole, assolutamente no Margaretha di Danimarca, una signora molto
simpatica. Beatrice, da poco ex regina dei Paesi Bassi, dicono abbia un bel
carattere forte, ma niente di più. Le consorti si sono ritagliate un’immagine
positiva, tutte quante a partire dalla neo regina Maxima, e ci sono anche quelle
che ingoiano i rospi con il sorriso, vedi Sofia di Spagna e Silvia di Svezia.
Si mormora che la regina vedova del Belgio, Fabiola, non sia quella santa donna
che vogliono far credere.
- E' successo, mentre scrivevi il libro,
di aver pensato: "Questa avrei potuto voluto conoscerla, e avrei voluto
intervistarla, per ascoltare la sua versione dei fatti e avere le sue
spiegazioni!"
Avrei voluto farlo per tutti i personaggi, non per una sola! Però ho
passato molto tempo a studiare i loro ritratti che in certi casi sono proprio
uno specchio dell’anima. Quelli di Maria Tudor, la Sanguinaria, ad esempio sono
abbastanza impressionanti e lo stesso vale per il ciclo di Maria de’ Medici di
Rubens, lo vado a riguardare ogni volta che entro al Louvre. E’ una specie di campagna
propagandistica a favore della regina, racconta molto di lei e del suo
carattere.