Seguiteci anche su
a

sabato 4 febbraio 2012

Michael Kutcher, il gemello di Ashton: Così si convive con la paralisi cerebrale

Ashton Kutcher ha un fratello gemello, Michael, che vive nel natio Iowa, vende piani pensioni privati e frequenta le scuole per raccontare la sua esperienza di giovane uomo che convive con una paralisi cerebrale. 
Il sito twincities.com racconta uno di questi incontri con i giovani, in cui Michael non ha problemi a citare il fratello famoso ("Siamo gemelli, lo considero il mio migliore amico"), ma spiega anche le sue difficoltà.
Anche venire al mondo per lui è stato più complicato che per Christopher Ashton, che lui chiama Chris. Quando sono nati il gemello pesava 10,5 libbre, circa 4,5 kg e lui, che nessuno aspettava, solo 1,8 kg. Spiritosamente Michael paragona Ashton a Jabba the Hutt, la gigantesca tartaruga di Star Wars: "Deve aver mangiato tutto lui, quando eravamo nell'utero". 
Alla sua nascita, vedendolo così piccolo e fragile, i medici, pessimisti, consigliarono ai genitori di dargli un nome e battezzarlo, perché non sarebbe sopravvissuto". Invece, la lotta per la vita di Michael era appena iniziata.
Quando avevano 3 anni, la madre si accorse che mentre Ashton non smetteva di correre, Michael non si muoveva come avrebbe dovuto ed era piuttosto lento; la diagnosi parlò per la prima volta di paralisi cerebrale, "una disabilità che riguarda soprattutto la funzione motoria" spiega adesso il giovane Kutcher. A lui ha causato un modo di camminare lento e una difficoltà nell'uso del lato destro del corpo, è sordo all'80% dall'orecchio sinistro ed è stato operato due volte di cataratta. "Ma il mio caso è considerato lieve" sintetizza lui. 
Uno dei momenti chiave della sua esistenza è stato un rimprovero di Ashton, da bambini. Stavano giocando a basket e a un certo punto Ashton fece un tiro con la mano destra e Michael se ne andò. "Dove vai?" lo richiamò. "Sai che non posso fare quel tiro" rispose. "E Chris mi ha detto: "Puoi fare tutto quello che vuoi. Io non posso fare questo tiro per te, la mamma non è qui, non può farlo lei per te. E' la tua sfida. Smettila di usare la tua disabilità come scusa. Questo è il tuo ostacolo". "Le parole di Ashton sono rimaste con lui per il resto della sua vita" commenta twincities.com. Sfidato dal fratello, Michael ha tentato il tiro con la mano destra, ma "sfortunatamente, erano in una cittadina reale dell'Iowa, non in una sceneggiatura di Hollywood e Mike non riuscì a tirare". "Non penso che avrei potuto fare quel tiro, oggi" commenta ai ragazzi che gli chiedono. 
Le sfide e gli ostacoli per lui non erano ancora finiti. A 13 anni il suo cuore ha iniziato a fare i capricci e i medici gli hanno dato dalle 3 alle 4 settimane di vita; 3 settimane dopo il suo cuore si è fermato e i genitori hanno dovuto decidere se lasciarlo morire o usare una pompa che avrebbe permesso la sua sopravvivenza per 48 ore; hanno scelto ovviamente quest'ultima opzione e nel giro di 24 ore è arrivato un donatore. I medici hanno detto ai genitori che la vita media di un trapiantato di cuore è di 7 anni: Michael compirà i 34 nei prossimi giorni. 
E' stato dopo il trapianto che Michael ha deciso di smetterla di cercare di imitare Ashton e "di iniziare a essere Michael Kutcher". Non poteva praticare gli sport del fratello e ha trovato lo sport per sé, il golf. 
Superata l'adolescenza, Ashton è volato a New York per diventare prima modello e poi attore, Michael è rimasto nello Iowa, cercando di non usare mai la paralisi cerebrale come scusa, ma imparando a convivere con essa. L'incontro con la mamma di una bambina affetta da paralisi cerebrale, che gli ha chiesto di parlare con la figlia, gli ha fatto capire che la sua esperienza poteva essere utile ad altre persone colpite da disabilità simili alle sue. E adesso accetta gli inviti per raccontare la sua esperienza agli studenti.