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sabato 18 maggio 2013

Marina Minelli racconta le regine più malvagie della storia. Che non erano sempre così cattive

Le regine e le principesse più malvagie della storia è il nuovo libro di Marina Minelli, giornalista appassionata di famiglie reali e aristocrazia e blogger di altezzareale.com, il primo blog in italiano dedicato alla storia e alle storie delle monarchie e delle famiglie aristocratiche, del passato e del presente. Edito da Newton Compton, acquistabile anche online, nei siti web specializzati, il libro offre una curiosa panoramica su regine e principesse crudeli, cercando di scrivere la storia, per una volta, vista da un punto di vista femminile.
Rotta sul Gossip ha parlato con Marina Minelli di queste pericolose signore del potere, a volte crudeli non per natura, ma per difesa e sopravvivenza di se stesse e dei figli: ecco cosa ha raccontato.

- Un libro sulle regine malvagie della storia: perché?
Te lo ricordi quel libro intitolato “Le brave ragazze vanno in Paradiso, ma quelle cattive vanno dappertutto”? Ecco diciamo che la cattiveria è in un certo senso più divertente da raccontare, più varia, più movimentata. Le buone sono tutte uguali, madri devote, mogli rassegnate sotto a una selva di corna, giuste sovrane; le cattive sono tali per motivi diversissimi l’una dall’altra. Ma a parte gli scherzi dopo 101 regine e principesse unite solo dal fatto di essere “reali” ho cercato un filo conduttore e quello della cattiveria mi è sembrato molto stimolante. Con una doverosa premessa, cioè che è tutto relativo e deve essere contestualizzato. Una donna come Caterina Sforza, che non ha pietà degli avversari politici, in effetti è un personaggio della sua epoca: il periodo delle lotte fra signorie in Italia fra ‘400 e ‘500. Certo colpisce di più perché è anche una bellissima signora, ma nella stessa epoca colleghi maschi hanno fatto di peggio e non sono stati considerati per questo cattivi.
- Come hai selezionato le regine di cui parlare? Ci sono stati criteri particolari?
A dire il vero si sono selezionate da sole, nel senso che le donne sono molto meno cattive degli uomini e quindi individuare una ventina di personaggi più due categorie, le matrigne e le suocere, è stato piuttosto agevole. Nella storia le donne crudeli sono state meno numerose degli uomini per una semplice questione di subalternità dell’elemento femminile, che il potere non lo gestisce direttamente ma per interposta persona attraverso l’influenza affettiva su un uomo: sono spesso mogli o madri o figlie o amanti dell’uomo di potere. Avendo poco o nessun potere, sono quindi anche più ridotte le occasioni di manifestare il lato negativo dell’esercizio dell’autorità. Nella scelta comunque, come per le 101, mi sono data un limite geografico (Europa) e uno temporale (dal Medioevo ai giorni nostri) perché questi sono i miei campi d’azione e di studio.
- Alla fine delle ricerche e della stesura, pensi siano state cattive d'animo, per circostanze o per leggenda tramandata dalla storia?
Tutti questi motivi insieme, ma a dire il vero di malvagie d’animo autentiche ce ne sono poche. Inoltre bisogna considerare il fatto che la storia l’hanno raccontata soprattutto gli uomini, gli uomini hanno scritto documenti, lettere, diari, annali e spesso per un uomo una donna di carattere e non sottomessa e magari anche con una certa tendenza a fare di testa sua, è automaticamente inserita nell’archivio delle "perfide-impossibili-cattive". Comunque a differenza degli uomini, spesso malvagi per indole e in modo del tutto gratuito, le donne sono cattive per motivi ben precisi. Per paura, per difendere se stesse, i figli, il loro regno, la loro libertà.
Quanti tipi di cattiverie regali possiamo identificare?
Ci sono decine modi per essere davvero pestifere: per natura e carattere, ma anche solo durante una parte della propria vita, quando c’è un obiettivo da raggiungere. Qualcuna è inconsciamente cattiva, ma qualcun’altra si trasforma in una specie di strega malefica per difendere se stessa o i propri figli. Oppure per mantenere il potere, conquistato a fatica anche contro la sua stessa prole. A volte, invece, è l’amore cieco e irragionevole a renderle mostruosamente cattive. L’ambiente e la genetica incidono, ma c’è chi si è fatta tutta da sola, e chi ha cercato, invano, di togliersi di dosso questa pesante nomea. Tutte, in un universo dominato dai maschi, si fanno ricordare per un carattere non proprio accomodante e per la tendenza a fare sempre, caparbiamente, di testa loro.
- C'è anche un po' di misoginia degli storici, secondo te, nella malvagità delle regine?
Assolutamente si, ma non solo da parte degli storici in senso stretto. Anche le fonti molto spesso sono misogine per il semplice fatto di essere state scritte dagli uomini.
- Ci sono malvagità che ti hanno particolarmente colpito?
Si, la cattiveria che nasce dall’arroganza e quella che è la conseguenza diretta della stupidità. Nel primo caso un esempio fra tutte è Anna Bolena che ci ha messo del suo per farsi odiare da un regno intero, nel secondo Maria de’ Medici, una donna sciocca che si crede molto furba e fa enormi danni.
- La cattiveria delle regine era diversa da quella dei re?
Se vogliamo in certi casi è un pochino più subdola. La donna è più riflessiva e insieme istintiva di natura, però capace di “ruminare” a lungo. L’uomo no, è più impulsivo e tende a reagire immediatamente con un’azione esemplare, quasi ostentata, espressione della sua forza e cattiveria. Il tiranno condanna a morte, trascina in schiavitù, distrugge il nemico. La donna perseguita il suo antagonista, a lungo e con una maggiore perseveranza. Insomma tende alla vendetta differita.
- La regina più cattiva di tutte e quella con cui invece è stata cattiva la Storia, al tramandarla crudele.
Fredegonda regina dei Franchi nel VI secolo è di una crudeltà inaudita, ma anche Isabella di Francia vissuta tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo si è data parecchio da fare, ma aveva un’attenuante: bellissima e focosa viene sposata a un omosessuale, che la fa regina d’Inghilterra ma la umilia senza sosta e dentro di lei si sviluppa una rabbia incontenibile. Anche le prime Romanov sono state cattivissime. La Storia ci ha parlato malissimo di Maria Tudor, bollata con un soprannome orribile, “la Sanguinaria”, una donna infelice, delusa, amareggiata che si illude di avere trovato l’amore e si affida a occhi chiusi al marito, Filippo d’Asburgo, il quale ha a cuore solo gli interessi della Spagna. Ci è stata dipinta molto male anche Sofia di Baviera, la suocera di Sissi, ma la colpa è di una fortunata serie cinematografica più che della Storia.
- Perso il potere assoluto che le rendeva pericolose e crudeli, e muovendoci ovviamente su un altro piano, giocando e immaginando un po', quale regina odierna, per sangue o consorte, potrebbe essere vista come una 'cattiva'?
Fra quelle in carica direi nessuna, naturalmente no Elisabetta II per la quale ho un debole, assolutamente no Margaretha di Danimarca, una signora molto simpatica. Beatrice, da poco ex regina dei Paesi Bassi, dicono abbia un bel carattere forte, ma niente di più. Le consorti si sono ritagliate un’immagine positiva, tutte quante a partire dalla neo regina Maxima, e ci sono anche quelle che ingoiano i rospi con il sorriso, vedi Sofia di Spagna e Silvia di Svezia. Si mormora che la regina vedova del Belgio, Fabiola, non sia quella santa donna che vogliono far credere.
- E' successo, mentre scrivevi il libro, di aver pensato: "Questa avrei potuto voluto conoscerla, e avrei voluto intervistarla, per ascoltare la sua versione dei fatti e avere le sue spiegazioni!"
Avrei voluto farlo per tutti i personaggi, non per una sola! Però ho passato molto tempo a studiare i loro ritratti che in certi casi sono proprio uno specchio dell’anima. Quelli di Maria Tudor, la Sanguinaria, ad esempio sono abbastanza impressionanti e lo stesso vale per il ciclo di Maria de’ Medici di Rubens, lo vado a riguardare ogni volta che entro al Louvre. E’ una specie di campagna propagandistica a favore della regina, racconta molto di lei e del suo carattere.