Arantxa Sánchez Vicario e i suoi genitori avrebbero
dovuto incontrarsi in tribunale per risolvere la denuncia che la ex numero 1
del tennis mondiale ha presentato contro di loro, per sfrattarli da un
appartamento che le appartiene e in cui loro vivono da una ventina d'anni.
Ma entrambe le parti hanno richiesto una sospensione dell'udienza e si sono
date 60 giorni di tempo per raggiungere un accordo privato. Secondo l'avvocato
di Arantxa, "non è una marcia indietro da parte sua, è una sospensione per
non complicare ancora di più un tema familiare".
L'appartamento in questione si trova nell'Avenida Diagonal, al numero 644, è al
quarto piano e misura 200 metri quadrati; non risulta come proprietà dell'ex
campionessa, ma, scrive vanitatis.com, "è a nome di una società Euroilla
Inversiones SL, che ha permesso l'usufrutto ai genitori e con cui Arantxa Sánchez Vicario non sembra aver rapporti. Ha sempre voluto
mantenersi fuori da queste questioni, per cui non ha le coe a suo nome"
dicono fonti vicine ai genitori".
Adesso Arantxa, che deve al fisco oltre 3,5 milioni di euro, rivuole il
controllo dell'appartamento, per poter pagare parte dei suoi debiti. I rapporti
tra l'ex tennista e i suoi genitori sono gelidi. Nella sua autobiografia ha
raccontato come si sia sentita sfruttata e controllata dai genitori durante la
sua carriera e come le sia stato impedito di vivere i suoi amori con serenità; tra
le altre accuse, anche quella di appropriazione indebita e malversazione, tanto
che adesso esige la restituzione di oltre 16 milioni di euro. Ma i suoi
genitori, assicurano, non solo non l'hanno mai derubata, ma non hanno mai avuto
a disposizione quella cifra.
Ci sono adesso questi 60 giorni di tempo, per riportare un po' di serenità in
quelloc he è stato uno dei clan più uniti del tennis degli anni 90.