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mercoledì 28 marzo 2012

Penélope Cruz a El País: l'Italia è la mia seconda casa

Penélope Cruz è felice, ma non ama parlare nelle interviste delle ragioni della sua felicità, Javier Bardem e il loro bambino, Leo, in primis. Lo ribadisce anche nell'intervista che ha rilasciato a S Moda, il supplemento del sabato di El País. L'attrice spagnola è disposta a parlare suoi progetti e dei cambi che ha imposto alla sua carriera, ancora prima di mettere su famiglia con Bardem e diventare madre: "Arriva un momento che vuoi tempo per te. Un attore deve poter arricchire i propri personaggi con il suo quotidiano, altrimenti questi rimangono vuoti. Già da tempo avevo deciso di smettere l'attività frenetica e mi ero proposta di non girare più di uno-due film all'anno. Il cambio è arrivato giusto prima di Volver. Non posso neanche immaginarmi di tornare al ritmo folle di prima" dice.
E una delle ragioni per cui non può immaginarlo è Leo, per il quale lei e il marito hanno stretto un patto: quando uno lavora, l'altro lo segue per prendersi cura del bambino e non separare la famiglia. Lo scorso autunno era Penélope che girava i suoi film italiani, To Rome with love di Woody Allen e Venuto al mondo di Sergio Castellitto, e Bardem rimaneva con Leo; adesso che Javier sta girando a Londra Skyfall, l'ultimo film della saga di 007, tocca alla moglie stare a casa con Leo.
Londra le piace, per la sua offerta e la sua vivacità culturale, "ma non mi emoziona il suo clima, è triste". Ha appena venduto la sua casa di Los Angeles, rimettendoci, per colpa della crisi, circa un milione di euro, e i media spagnoli parlano dell'imminente ritorno a casa degli unici attori spagnoli che hanno vinto l'Oscar, ma Penélope chiarisce che "la Spagna è sempre stata casa mia, anche quando vivevo a Los Angeles venivo qui spesso a trovare la mia famiglia. I miei punti di riferimento sono in Spagna". Anche il suo Oscar, dopo aver molto viaggiato con lei ("lo portavo ovunque, non vi dico ai controlli degli aeroporti"), è a Madrid. Di  Los Angeles ricorda i momenti più difficili, soprattutto quando la scarsa conoscenza dell'inglese le precludeva molti ruoli perché "pensi a come dici le cose, a stare attenta all'accento, ma adesso sono più tranquilla, ho preso lezione con molti professori, ho lavorato moltissimo, ore interminabili di studio". Una disciplina e una ferrea volontà apprese nei 17 anni di danza, abbandonati solo quando ha avuto chiaro che il suo palcoscenico era più su un set cinematografico che in un teatro. Ma il fatto che abbia lasciato lo studio, non significa che la danza non sia una sua passione non troppo segreta: tornare a recitare in un musical come Nine è uno dei suoi sogni.
Adesso che, come scrive El País, "ha Hollywood ai suoi piedi", Penélope parla con disinvoltura dei suoi ultimi progetti, di Woody Allen ("Quando parla viene voglia di scriversi ogni sua frase, punti e virgole compresi") e del suo ultimo film, in cui interpreta "una prostituta orgogliosa di esserlo, che si fa passare per attrice, solo che è pessima, non sa recitare... è commedia pura"; di Johnny Depp, di cui si dichiara fan, e di Pirati dei Caraibi 5, di cui "non si sa ancora niente, la sceneggiatura non l'ha vista nessuno".
A sorpresa dice, però, che la sua seconda casa non è Los Angeles, come si potrebbe credere, ma l'Italia, che le ha aperto le porte e le ha "offerto personaggi meravigliosi". Del suo personaggio di Venuto al mondo dice che "invecchia dai 23 fino ai 50 e passa. La sua storia è emozionante, torna con il figlio adolescente a Sarajevo, dove è morto il padre. Conosco la zona, sono stata lì, ho parlato con la gente sul conflitto, ma è così complesso che neanche loro sanno spiegare cosa sia successo. E' stata un'esperienza molto forte". Assicura che il libro di Margareth Mazzantini, da cui è tratto il film, è stato letto dall'80% degli italiani (confesso di essere nel 20% che non l'ha letto) e possiamo anche sforzarci di crederle, essendo notoriamente l'Italia un Paese di grandi lettori, e giura che per strada la gente la fermava per strada, mentre giravano il film, dicendole: "Ci fidiamo di te". "E io allucinata" (figurati noi italiani al leggerti, Pé!).
Le ricordano che per Non ti muovere è stata paragonata ad Anna Magnani e lei risponde che non può prendere sul serio il paragone perché "Magnani e Meryl Streep sono le mie attrici favorite".